differenza salariale di genere

 





Il differenziale salariale di genere è uguale a:  (salario orario lordo M. - salario orario lordo F.)/(salario orario lordo M.).


E' quindi un indicatore volto a misurare la differenza nella retribuzione tra uomo e donna.




















le principali cause che generano questo divario sono: discriminazione di genere, anzianità, tipologia di impiego.


  • discriminazioni di genere: nel nostro paese c'è ancora chi crede che un uomo lavori meglio di una donna (anche se di recente si è scoperto il contrario...  https://privatebanking.bnpparibas.it/content/bnlpb/it/it/youmanist/magazine/cultura/secondo-importante-studio-donne-qualita-leadership-migliori-degli-uomini.html).


  • anzianità: La gravidanza, e la cura del figlio nei primi anni di vita portano le donne a doversi concentrare sulla famiglia a scapito della propria carriera professionale. Questo blocca momentaneamente la crescita professionale della donna, che o non riuscirà a raggiungere mansioni meglio retribuite, o se le raggiungerà questo avverrà  sicuramente più tardi rispetto a un uomo.


  • tipologia di impiego: Il reddito di lavoro subordinato, dipende da due fattori ovvero la paga oraria e le ore di lavoro effettuato.  Concentrandosi sulle ore di lavoro effettuato possiamo distinguere due tipologie di impiego: a tempo pieno, part-time. 

Gli uomini che lavorano a tempo pieno sono il 10% in più rispetto alle donne, mentre quest' ultime lavorano in part time il 20% in più rispetto agli uomini. 

Se da un lato il part time determina un guadagno minore permette alle donne di conciliare lavoro e famiglia, permettendo loro di curare i figli e allo stesso tempo di contribuire finanziariamente al sostenimento della famiglia.


La soluzione per cercare di ridurre questo divario è per me dare valore al lavoro fatto dalle donne in casa e per la famiglia.



Nei primi anni di vita penso che sia molto importante che almeno uno dei due genitori passi buona parte del suo tempo con il fanciullo, per curarlo, farlo giocare ed iniziare ad educarlo. Penso che però questo ruolo non sia esclusivo della madre, ma anche il padre abbia un ruolo importante in questa fase. 

In questa fase se nessuno dei due coniugi riesce a lavorare penso che sia opportuno un aiuto finanziario da parte dello Stato.


Penso invece che dai 6/7 anni si possa "delegare" parte della gestione del bambino a collaboratori come scuole organizzate con mensa e attività doposcuola, permettendo così un maggior impegno lavorativo dei genitori volto ad assicurare una maggiore sicurezza finanziaria futura per la famiglia stessa.


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